Vecchie banconote da 500 Lire: la nuova valutazione del 2025

Le banconote da 500 lire costituiscono un taglio abbastanza dimenticato che però trova enorme diffusione tra i collezionisti e risulta essere un tipo di emissione, naturalmente sviuppata dal nostro paese per molto tempo tra l’altro, che è sempre più difficile da trovare in condizioni davvero eccellenti e che può risultare essere di grande valore.

La 500 lire in formato cartaceo ha avuto una grande diffusione in vari step della storia italiana anche partendo dalla fondazione del Regno d’Italia, nella seconda metà dell’Ottocento, cambiando di volta in volta così come le altre banconote. Quelle da 500 euro sono state di fatto non più impiegate da molto tempo prima della dismissione dell’euro.

Al punto che le generazioni più recenti, che hanno vissuto almeno la gioventù nelle ultime decadi del XX secolo difficilmente le ricorderanno. Però sono vari i pezzi da 500 lire di carta che hanno una grande storia e per questo possono configurarsi come esemplari dal grande valore collezionistico, ed in fase di vendita.

La 500 lire italiana di carta

Le banconote in Italia hanno visto la presenza costante iniziare approssimativamente in corrispondenza del XX secolo, ma sotto altre forme. Prima di diventare delle banconote, le 500 lire di carta hanno costituito una serie di beni emessi direttamente dallo stato, quindi non passando per il poligrafico o la zecca ed erano pezzi di grandi dimensioni.

La prima versione corrispondeva ad un modello che è stato concepito per la prima volta nel 1874, recante i simboli delle città di Genova e Torino, poi nel corso degli anni successivi con aspetti leggermente diversi sono stati stampati altri biglietti dalle banche delle altre città, sempre con un valore nominale identico.

I primi pezzi erano molto grandi, da 220 cm di larghezza per 130 di altezza, e queste forme non erano neanche filigranate, inoltre erano stampate solo su uno dei lati. Più che banconote infatti si trattava di qualcosa di simile a buoni di stato, emessi per l’appunto attraverso le varie banche dislocate nel paese, e per anni la produzione è stata appannaggio della Banca Nazionale del Regno d’Italia.

Valore

Il valore di questi pezzi “primordiali” è molto elevato essendo particolarmente vecchi ma anche rari e non facili da consevare dopo così tanto tempo. Questo ha portato delle valutazioni superiori a 1000 euro per un pezzo stampato in una grande città come Roma, Genova, Milano, Torino, Milano o Napoli, fino a 5000 euro come valutazione massima se il pezzo è in condizioni perfette.

Importantissima la prima vera banconota da 500 lire stampata da parte della Banca d’Italia, a partire dagli ultimi anni dell’Ottocento e con alcune modifiche, sopravvissuta nella produzione su vasta scala fino al 1950, fino ad entrare in dismissione tre anni dopo. E’ conosciuta come la 500 lire Grande C, per via della scritta Cinquecento in lettere.

Questi esemplari sono molto vari nel valore, da poche decine per esemplari consumati fino a svariate migliaia di euro per gli esemplari emessi a fine Ottocento (con l’effige di Umberto I), fino agli ultimi del secondo dopoguerra, che sono naturalmente tra i più ricercati. Il valore di entrambi è elevato e si aggira tra i 6000 ed i 10 mila euro se in perfetto stato.

Altri pezzi

La 500 lire di Capranesi, riconoscibile dalla facciata riportata dal Palazzo Koch presente a Roma, precisamente a via Nazionale, è stata emessa per diversi anni a partire dal 1919, ed oggi è molto ricercata, per dimensioni e concetto di valore è stata la prima vera abbastanza comune presso la popolazione, e può valere da circa 70 euro fino a quasi 1000 euro.

Concepita subito dopo la seconda guerra mondiale la 500 lire “Italia ornata di spighe”, dalle dimensioni più compatte di 146 x 70 mm, è stata meno longeva rispeto ad altre ma utilizzata comunque fino ai primi anni 50. E’ riconoscibile dalla presenza dell’Italia in forma femminile e dalla presenza del lavoro di Raffaello “Venere, Giunone e Cerere” sull’altro lato. Valore tra i 50 ed i 400 euro.

Negli anni successivi il nostro paese ha deciso di non produrre più, dalla seconda metà degli anni 60, banconote dal valore di 500 lire, sostituite dalle monete da ugual valore, concepite inizialmente in argento e poi dagli anni 80, con le celebri emissioni bimetalliche, molto comuni e riconoscibili, impiegate fino alla fine della storia della lira italiana.

Le ultime 500 lire di carta

Tra gli anni 60 ed i primi 80 sono stati comunque emessi dei biglietti di stato da 500 lire, quindi sviluppati direttamente dallo stato, infatti recano la dicitura della Repubblica Italiana. Due versioni di piccole dimensioni, la prima Aretusa, e la seconda con la testa di Mercurio sono state abbastanza presenti nel contesto italiano del periodo.

Il valore per un esemplare Aretusa si aggira tra i 15 – 20 euro fino a 500 euro se è un pezzo tenuto perfettamente della prima serie (deve recare AA nelle iniziali del seriale, in alto a sinistra), mentre le Mercurio leggermente più comuni sono state realizzate in numerosi esemplari, valore medio tra i 10 ed i 100 euro di media.

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